- Km e Tempo di percorrenza: 6 km | 2.5 h
- Dislivello in mt (somma di tutte le salite): 36mt
- Difficoltà: Facile
- Punto di partenza: Parcheggi della Chiesa parrocchiale di Venegazzù in Via Cal Trevigiana a Volpago
- Descrizione breve: La Tradotta percorso da Venegazzù a Montebelluna Bioparco Noè. Partendo dalla Chiesa di Venegazzù prenderemo la Tradotta e dopo aver visto i murales e i resti dell'antica linea ferroviaria, visiteremo il Bioparco Noè di Montebelluna con i suoi animali e le sue specie arboree
- Passeggino/Carrozzina: Sì
Il percorso
Mattinata nuvolosa e per di più ci siamo svegliati tardi. I programmi per oggi erano tanti ma viste le premesse decidiamo di fare una sgambata su un percorso vicino a casa. Optiamo quindi per vedere e camminare lungo la Tradotta nel suo tratto da Venegazzù fino al Bioparco Noè di Montebelluna. Il Bioparco è aperto tutti i sabati e le domeniche dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 18. La camminata è molto esposta al sole ed è meglio non farla nelle giornate calde.
Parcheggiamo nei posteggi antistanti la Chiesa di Venegazzù e poi prendiamo Via Cal Trevigiana andando a destra (in senso opposto alla grande rotonda). In questi primi 400 metri camminiamo su strada asfaltata e non c'è marciapiede, quindi bimbi saldi nella mano e via.
Passiamo accanto ad una casa dipinta rosso fuoco e Sebastian sente subitolo scorrere dell'acqua in una piccola cascata su una canaletta e guardando il fosso comincia a chiederci: che erba è quella, che fiore è questo ecc. ecc., io ed Evelina rispondiamo alle sue perplessità, a volte inventando (più io che Evelina visto che so molto di piante).
Nei pressi di un dosso siamo finalmente all'inizio del nostro tratto di Tradotta e giriamo a destra. Lasciamo la mano dei bimbi visto che ormai non ci sono più pericoli e iniziamo la passeggiata vera e propria, un lungo rettilineo fino a Montebelluna. Se avete bambini prestate attenzione ai pochi attraversamenti di strade e ai ciclisti.
Il percorso è su strada bianca e attraversa la campagna veneta con le sue colture, prima fra tutte la vite. I Colli Asolani sono coperti da un po' di foschia mentre il Montello è sempre alla nostra destra che ci osserva e ogni tanto sembra dirci: ma non stavate meglio a camminare nel bosco?
Ma questa mattina le nuvole non fanno filtrare i raggi del sole e la temperatura è gradevole anche se un filino di vento non guasterebbe. Arriviamo nei pressi di un attraversamento e Sebastian e Marco Albino trovano un masso con un resto dell'antica ferrovia e si mettono a giocare un po' ai capitani della nave. Io dico a Sebastian: ma siamo su una linea ferroviaria; e lui: si ma è per gioco!!!!
Continuiamo il cammino in direzione Montebelluna, passiamo accanto ad una vecchia casa colonica e poi sulla destra Sebastian nota subito le viti con dei bei grappoli rossi pronti per essere vendemmiati.
Incontriamo un po' di persone e molte biciclette. Qualche passo e passiamo accanto ai resti della vecchia ferrovia: un orologio, la segnaletica e il segnale di stop. Ai bambini sembrano non interessare, probabilmente sono in fermento per vedere gli animali del Bioparco.
Arriviamo sotto il cavalcavia della Feltrina e Marco Albino vede subito i murales del treno e, di fronte, quello dei soldati. Sebastian invece che è più floricoltore si sofferma sul Girasole visto che questa estate ne aveva piantati due nel suo orticello. Faccio una foto a Marco mentre pasa sotto i soldati, con quel suo cappuccio sembra proprio un writer che se ne va appena ultimato il graffito.
Giungiamo ad un bivio e teniamo la destra in direzione Montebelluna e poco dopo siamo alla fine della Tradotta. Marco comincia ad essere stanco e punta i piedi (essendo writer ora deve fare il ribelle), non c'è verso di smuoverlo, tiriamo quindi fuori le caramelle (siano lodate) e riusciamo a rimetterlo in marcia anche se è proprio arrabbiato. Siamo oramai alla strada asfaltata (Via Gazie - Montebelluna) e giriamo a sinistra, attraversiamo il sottopasso e subito a destra eccoci finalmente al Bioparco Noè.
L'entrata è libera, ma è gradita un'offerta per il mantenimento di questa oasi. Qui noi ci siamo sbizzariti tra i suoi piccoli viali nel vedere laghetti, oche, cigni, capre, alpaca, falchi, gufi, allocchi, tartarughe senza contare le numerose specie arboree presenti. Marco che all'entrata aveva ancora le scatole girate, si ferma di fronte al recinto di conigli e sta lì un buon quarto d'ora a guardarli (si è tolto anche il cappuccio) visto che questi piccoli esseri pelosi si sono avvicinati. Io e Sebastian vaghiamo in giro per vedere tutto e davanti a noi si palesa una tartaruga di terra enorme e in una gabbia un falco. Per tutte le specie arboree e gli animali presenti c'è una tabella che li illustra.
Le campane di Montebelluna, rintoccano il mezzogiorno. E' ora di rientrare poiché il parco al mattino chiude alle 12.00. Seguiamo quindi a ritroso il percorso dell'andata ma ahinoi c'è il sole e scalda parecchio. Purtroppo lungo la camminata c'è poca ombra e il rientro seppure in piano per i bimbi risulta stancante e nemmeno le caramelle hanno effetto. Samuele invece passa con il papà e prende sonno sul marsupio fino quasi all'arrivo, almeno lui se la gode in "taxi".