- Km e Tempo di percorrenza: 6.7 km | 3 h
- Dislivello in mt (somma di tutte le salite): 220mt
- Difficoltà: Media
- Punto di partenza: Piazza Giovanni XIII a San Pietro di Feletto
- Descrizione breve: Una passeggiata sorprendente per la grande varietà di ambienti che attraversa: scendendo tra i vigneti delle Colline Prosecco, arriveremo alla Val Trippera. Percorreremo questo piccolo Canyon per poi riemergere tra antiche borgate
- Passeggino/Carrozzina: No
Il percorso
Non sappiamo descrivervi lo stupore che abbiamo provato lungo questa camminata che in poco meno di 7km riesci a proiettarci in un mondo ricco di fascino e di mistero per poi "riemergere" tra le antiche borgate della zona. E' meglio non fare questo percorso dopo le giornate di pioggia e nel periodo di trattamento dei vigneti.
Giungiamo al parcheggio un po' in ritardo poichè sono già le 10.30, le temperature non sono ancora molto calde di primo mattino e abbiamo preferito che il sole si alzasse per bene.
Dal parcheggio dell'antica Pieve di San Pietro di Feletto ci dirigiamo in senso opposto alla Chiesa e sul lato destro della via principale possiamo vedere il cartello "I borghi e la Val Trippera" sentiero 19, prendiamo la via segnalata.
Ci sembra quasi di entrare tra le case, proseguiamo e poco dopo non andiamo diritti ma (seguendo le indicazioni che trovate su un muretto alla vostra destra con il numero 19) facciamo una bella curva a sinistra e scendiamo lungo questa strada.
La strada cementata dopo un lungo rettilineo fa una curva ma noi proseguiamo diritti per la via di campagna passando accanto a un magazzino, e più avanti a un rudere. Siamo tra i vigneti delle colline del prosecco e la vista si perde alla vista di queste colline e delle Prealpi subito dietro.
Sebastian mi chiede che fine ha fatto l'uva, ma essendo Febbraio siamo in stagione di potature e l'uva è ancora lontana.
Seguendo le indicazioni che troviamo nei pali dei vigneti (a volte dobbiamo aguzzare la vista e seguire la cartina) arriviamo alla stradina bianca e andiamo a destra. Passiamo tra due grandi alberi e poco dopo alla nostra destra vediamo una fianco con un mucchio di montagnole che Sebastian chiama vulcani. Arriviamo quindi ad una casa di color violetto, della quale percorriamo il perimetro esterno passando accanto a un fienile.
Deviamo quindi decisamente verso destra e iniziamo a sentire il rumore dell'aqua provenire dal profondo vallone alla nostra sinistra. Camminiamo per un altro po' in discesa e giungiamo all'ingresso del Canyon.
La segnaletica ci da due opzioni: andare a vedere la Sorgente Cannelle o proseguire a sinistra per il sentiero 19, decidiamo per il 19. E qui passo dopo passo siamo catapultati in un altro mondo, sembra una savana e Marco Albino guarda gli alberi, forse si aspetta di vedere una scimmia piombargli addosso. Costeggiando il torrente arriviamo ad un bivio e seguiamo il percorso 19B (andando a sinistra).
Un folletto intagliato nel legno ci da il benvenuto e poco dopo siamo di fronte ad un grande masso con un paletto piantato di fronte; proseguiamo verso destra sempre guardandoci attorno e ammirando anche le pareti rocciose. Arriviamo ad un ponticello che attraversiamo.
Comincia un po' di salitella tra le rocce, un cartello vieta alle moto di percorrere queste vie (ci vorrebbe comunque un bel po' di coraggio). Delle indicazioni segnano la via per il Canyon Alto e per la Grotta della Sgnapa...inutile dirvi che io scelgo di andare alla grotta della Sgnapa (grappa).
Arriviamo alla grotta; l'anfratto è stato creato dalla caduta di un imponente masso e qui sotto i distillatori abusivi producevano la sgnapa al riparo dei pubblici ufficiali. Alcuni cartelli ci indicano la presenza di zecche e come ad ogni escursione in montagna con Evelina ci imponiamo a vicenda (così nessuno si dimentica) di controllare bene i bimbi una volta a casa...in pratica ci spulciamo come le scimmie.
Lasciamo alle spalle la grotta e proseguiamo in leggera discesa arrivando ad un'area recintata per la salvaguardia della salamandra. Oltrepassiamo un guado sul torrente con Sebastian che si diverte a saltare avanti e indietro per i sassi. Marco Albino è un po' più timoroso e vuole il papà. Samuele bello nello zaino si sente al sicuro tanto se papà scivola. il bagnetto lo fa lui!
Siamo quasi giunti alla fine di questa foresta e si vede all'orizzonte un'ampia radura con i raggi del sole che illuminano il prato. Superiamo un ponte e quando mettiamo i piedi su questo prato soleggiato, ci sembra quasi di essere sbucati dalla viscere della terra.
Qualche passo e deviamo verso i ruderi del mulino Crevada. Seguiamo le indicazioni del Sentiero 19 e davanti a siamo di fronte ad un altro guado, ben più lungo. Senza che me ne accorga Sebastian è già andato dall'altra parte. Prendo Marco Albino per mano e iniziamo a farlo insieme...purtroppo scivolo e do una bella musata sull'albero, ma niente paura è tutta avventura!!!
Completo il guado prendendo Marco Albino in braccio sul finale (la distanza tra gli ultimi sassi è un po' troppo) e poi tutta bella, calma e rilassata arriva la mamma. Il pronfondo vallone è finito e ora inizia la salita con un bel sentiero ombreggiato, solcato da un canalone scavato dall'acqua.
Passiamo sotto a un tronco segnaletico (con i colori bianco e rosso) e poco dopo giungiamo ad una stradina bianca, tra poco si torna alla civiltà. Andiamo a sinistra e camminando lungo questo lungo viale arriviamo ad un bel uliveto. Marco Albino inizia ad essere stanco, Samuele sta dormendo.
Facciamo un po' di pausa e mangiamo i panini e ci beviamo il caffè caldo (lo portiamo con un thermos). I bimbi giocano tra gli ulivi una bella mezz'ora e poi è tempo di rimetterci in marcia.
Continuiamo e Marco Albino fa comunque molta fatica, Evelina prende le caramelle e con quelle riusciamo a fargli fare un altro po' di passi. La strada diventa asfaltata e poco più in là ecco la chiesetta di Borgo Anese. Qui prestate attenzione (non seguite le indicazioni del cartello che vi farebbero tornare indietro) e dopo la chiesa girate a sinistra, anche se vi sembrerà di entrare tra le case, passate sotto un portico e poi prendete il sentiero sulla destra.
Si apre una bella vista sul territorio circostante vigneti, colline del prosecco e Prealpi Trevigiane. Cammina, cammina e siamo alla fine della strada (Via Colle) con un capitello della Madonna alla nostra sinistra. Attraversiamo la strada per immetterci su via Salera.
Teniamo i bimbi bene per mano, intanto Samuele si è svegliato. Andiamo avanti per Via Salera, il marciapiede a volte non c'è ma il bordo strada è abbastanza ampio. Dopo circa 500mt vediamo il cartello che indica Borgata Castagnè e giriamo a sinistra. Marco Albino ormai non ce la fa più e Evelina lo prende in braccio, mentre io corro dietro a Sebastian che prosegue imperterrito.
Oltrepassiamo le case di questo piccolo borgo, la strada diventa sterrata e al bivio teniamo la sinistra per entrare nuovamente tra i vigneti, tra i quali spunta qua e la qualche casa colonica oramai abbandonata. Seguiamo le indicazioni aguzzando sempre la vista in cerca dei cartelli segnaletici e camminando sulle tracce nel terreno. Arrivamo ad alcune case e guadagniamo la via principale del paese, Via Colle.
Proseguiamo verso destra e andiamo avanti lungo questa strada ove aimè purtroppo non c'è marciapiede per un bel tratto. Un contadino è intento a potare le viti. Riusciamo a far fare a Marco qualche passo ancora con la promessa del parco giochi finale e si rimette in cammino.
Ormai siamo in vista della Chiesa e arrivati li...i bimbi si fiondano subito al parco giochi!! La fatica è sparita.
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